Chiesetta di San Gervasio

Sorge verso la metà del promontorio roccioso (m 956 s.l.m.) prospicente il paese. Un tempo vi risiedeva permanentemente il “Romèt” (l’eremita): custode incaricato di avvisare i princìpi di incendio in paese e di darne l’allarme suonando la campana a martello. Nei documenti d’archivio la chiesa è citata fin dal 1598. Il piccolo complesso comprende anche la casa dell’eremita dove si trova la cisterna nella quale, come vuole la leggenda/tradizione, nascono i bambini di Bagolino, il campanile e la cosidetta “osteria”: modestissimo ostello per i visitatori.

La chiesa è stata ampliata e decorata internamente con affreschi nel 1653.

L’esterno

Il complesso è suggestivo per la sua semplicità.

L’austera facciata a capanna della chiesa è alleggerita dalle finestrelle genuflessorie ed illeggiadrita dalla decorazione policroma che sottolinea la porta d’ingresso e la finestra centrale.

L’interno

Degno di nota per la fine decorazione a rilievo con stelle e fiori è l’arcosolio: in marmo bianco cristallino, presenta tracce di cromia oro su sfondo blu. Anche i gradini dell’altare sono dello stesso materiale e provengono probabilmente dal distrutto castello dei Lodron.

La pala raffigurante la Madonna con San Gervasio e Protasio è una copia: l’originale, di Giovanbattista Motella, si trova presso la Casa di riposo per anziani.

Gli affreschi nelle lunette del presbiterio, raffiguranti i Santi Gervasio e Protasio che vegliano su Sant’Ambrogio, rivelano influenze d’oltralpe per la caratterizzazione e gli atteggiamenti dei personaggi nel loro martirio e venerazione verso i due Santi.



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